L’editore Dalai ha da qualche mese mandato in libreria un racconto che oltre a rappresentare una chicca letteraria contiene in sé un mistero che va oltre quello che attraversa la trama della storia. Il testo in questione, curato da Ugo Cundari, è L’assassinio di rue Saint-Roch del celebre romanziere francese Alexandre Dumas. Si tratta di un poliziesco che ricalca, a parte leggere sfumature, il famosissimo I delitti della rue Morgue dell’americano Edgar Allan Poe. Siamo di fronte ad un plagio? Se ci atteniamo alle date di pubblicazione (1841 per il racconto di Poe, 1860 per quello di Dumas) la risposta appare scontata. Eppure…
Dumas accenna che Poe fu suo ospite a Parigi poco prima che scrivesse e pubblicasse il racconto che ha inaugurato la letteratura poliziesca, o gialla come più comunemente la chiamiamo noi italiani. Il curatore Cundari, che ha riscoperto il testo in una biblioteca napoletana nel corso di ricerche che guardavano in tutt’altra direzione, afferma che le parole di Dumas non possono essere né confermate né smentite.
Ma se i due scrittori si fossero davvero incontrati? E se nelle loro chiacchierate avessero davvero parlato di delitti misteriosi e di investigatori seguaci del raziocinio e della logica? In questo caso, è ovvio, viene da chiedersi: chi ebbe l’idea di partenza? chi contribuì con i dettagli maggiori a dare il là alla storia che poi Poe mandò in stampa?
Non siamo certo noi che possiamo sciogliere il mistero. Noi, alla fine, possiamo solo notare un piccolo ma, come direbbe Sherlock Holmes, significativo particolare: il medico legale di Poe si chiama Paul Dumas; quello dello scrittore francese si chiama Paul Dupin (come l’investigatore creato dall’americano)… E il mistero, ovvio, resta intatto.
Tuttavia, per quanto del tutto simile nella trama, resta il gusto di una storia affascinante, arricchita dalla prosa ineguagliabile di Dumas. Lo consiglio.