Stimolato da un pastiche su Sherlock Holmes letto di recente e recensito anche su questo blog – Elementare, Chaplin! dello spagnolo Rafael Marìn (Meridiano Zero) -, ho voluto rileggere una vecchio racconto apocrifo di Enrico Solito L’avventura della tredicesima porta, dove anche lui, come lo spagnolo Marìn, mette in relazione il geniale investigatore di Baker Street con il geniale Re della comicità – e non solo – Charlie Chaplin. Il racconto di Solito apre la raccolta Sette misteri per Sherlock Holmes (Hobby & Work), datata – il libro uscì nel 1997 – ma imperdibile, perché gli apocrifi dello scrittore fiorentino hanno il pregio di essere avvincenti e, soprattutto, di riproporre fedelmente ambientazioni e stili canonici (cioè perfettamente in linea con le opere originali di Arthur Conan Doyle).
Non mi ero sbagliato. Il racconto di Solito è qualche spanna sopra al divertente e ben congegnato romanzo di Marìn. Solito ci narra un’avventura in cui Chaplin è ancora un bambino e non ha ancora scelto la carriera di attore. È un Chaplin piccolo monello di strada che, grazie alla sua conoscenza della Londra sotterranea (quella dei mille cunicoli della rete fognaria), consentirà a Sherlock Holmes di risolvere un caso di odiosa tratta di minori. Voce narrante, ovviamente, quella del fido collaboratore di Holmes, il dottor Watson.
Qui, al di là delle scelte di ambientazione, di plot e di voce narrante (in Elementare, Chaplin! l’estensore del racconto è lo stesso attore-regista ormai ritiratosi in Svizzera), c’è il classico rapporto tra Holmes e i bambini per come ce lo ha descritto Doyle e c’è un ritratto vivido e vero della Londra vittoriana. Insomma, pare di leggere un racconto scritto da Doyle stesso. E anche il resto dei racconti è assolutamente di grande valore.
Quindi, se non lo avete mai letto, anche a costo di dover spulciare in internet o di mettere sottosopra le bancarelle dell’usato, procuratevi assolutamente questo bellissimo libro di apocrifi di Solito!