Eric-Emmanuel Schmitt sa scrivere libri folgoranti. Con la sua scrittura leggera, eppure profonda, il suo senso dell’ironia, la sua sensibilità, lo scrittore francese sa, con ogni sua nuova uscita, sorprendere e coinvolgere. Esattamente ciò che accade anche con I dieci figli che la signora Ming non ha mai avuto (edizioni e/o), in libreria dallo scorso mese di settembre.
La vicenda del romanzo potrebbe sembrare, a prima vista, semplice e improbabile. Ma con i libri di Schmitt mai farsi abbagliare dalle apparenze, dalle prime battute.
Siamo nella Cina profonda dei nostri giorni. Tutto ruota attorno al dialogo tra la modesta signora Ming, addetta alle pulizie della toilette per uomini del Gran Hotel di Yunhai, e l’anonima voce narrante della storia, un imprenditore francese che nel paese della Grande Muraglia fa affari per la sua fabbrica di giocattoli. Insomma – e attenzione questo è il mio pensiero, Schmitt non si avventura in giudizi, si limita a scrivere una storia -, l’uomo è uno squalo dei nostri giorni: fabbrichetta in patria, ma prodotti acquistati a basso costo all’estero…
Di cosa discutono i due protagonisti? La signora Ming racconta della sua vita e di quella dei suoi dieci figli, circostanziando tutto con molti particolari. L’imprenditore la ascolta con piacere. Sentire le storie della signorina Ming è rilassante dopo una giornata di trattative, non tutte semplici, con i produttori di giocattoli locali. Ma ad un certo punto l’uomo comincia a pensare che la donna lo stia prendendo in giro. Come può, Ming, raccontare di avere dieci figli se in Cina la legge impedisce di averne più di uno?
Eppure la voce della signora Ming, con le sue storie e le sue citazioni confuciane, lo costringeranno a fare i conti con sé stesso, con le bugie della sua vita che anche lui, come molti di noi, nasconde. E allora…
Il resto della storia non si può raccontare. Va letto e centellinato. Va goduto piano piano, parola per parola.
Se il romanzo dovesse piacervi, consentitemi un consiglio aggiuntivo. Tra i tanti libri di Schmitt scegliete e leggete Odette Toulemonde e altri racconti (edizioni e/o). Capirete meglio quanto è profonda la capacità di Schmitt di leggere la sensibilità dell’animo femminile.